icerbox Llosa citta by Unknown

autore:Unknown
Format: epub

“No,” disse il capitano, tagliente, e Gamboa si girò a guardarlo. Ma il capitano Garrido aveva gli occhi fissi su Alberto. “Rimanga dove si trova. E continui.”

Alberto tossì e si asciugò la fronte col fazzoletto. Cominciò a parlare con voce contenuta e ansante, interrotta da lunghe pause; ma a mano a mano che riferiva le prodezze del Circolo e la storia dello Schiavo, e insensibilmente faceva entrare nel suo racconto gli altri cadetti e descriveva gli stratagemmi per contrabbandare le sigarette e il liquore, i furti e la vendita di esami, i pomeriggi da Paulino, i salti della cinta dalla parte dello stadio e dalla Perlita, le partite a poker nei gabinetti, le gare, le vendette, le scommesse, e la vita segreta del suo reparto, sorgeva a poco a poco come un personaggio da incubo di fronte al capitano, che continuava a impallidire, la voce di Alberto si faceva sempre più sicura, sciolta, e spesso assumeva perfino dei toni aggressivi.

“E tutto questo che cosa c‟entra?” lo interruppe, una sola volta, il capitano.

“E‟ perché lei mi creda, signor capitano,” disse Alberto. “Gli ufficiali non possono sapere che cosa succede nelle camerate. E‟ come se fosse un altro mondo. E‟ perché lei creda quello che le sto dicendo dello Schiavo.”

Più tardi, quando Alberto finì di parlare, il capitano Garrido rimase in silenzio per qualche secondo, esaminando con eccessiva attenzione tutti gli oggetti della scrivania, uno dopo l‟altro. E ora, le sue mani giocherellavano coi bottoni della camicia.

“Bene,” disse d‟un tratto. “Ciò vuol dire che l‟intero reparto deve essere espulso. Chi per furto, chi per ubriachezza, chi per gioco d‟azzardo.

Tutti sono colpevoli di qualcosa, benissimo. E lei di che cosa è colpevole?”

“Tutti siamo colpevoli di tutto,” disse Alberto. “Solo Arana era diverso da noi. Per questo, nessuno ne voleva sapere.” La sua voce si spezzò: “Deve credermi, signor capitano. Il Circolo lo stava cercando. Volevano trovare a tutti i costi chi aveva denunciato Cava. Volevano vendicarsi, signor capitano.”

“Basta,” disse il capitano, sconcertato. “Tutta questa storia non sta in piedi per mancanza di base.

Che stupidaggini sta dicendo? Nessuno ha denunciato il cadetto Cava.”

“Non sono stupidaggini, signor capitano,” disse Alberto. “Chieda al tenente Huarina se non è stato lo Schiavo a denunciare Cava. Lo Schiavo è stato l‟unico che l‟ha visto uscire dalla camerata per andare a rubare l‟esame; era di piantone. Lo chieda al tenente Huarina.”

“Quello che lei dice non ha né capo né coda,” disse il capitano. Ma Alberto notò che non sembrava più così sicuro di sé; una delle mani era inutilmente sospesa a mezz‟aria e la sua dentatura sembrava più grande. “Né capo né coda.”

“Ma il Giaguaro se l‟è presa come se avessero denunciato lui, signor capitano,” disse Alberto. “Era pazzo di rabbia per l‟espulsione di Cava. Il Circolo continuava a riunirsi. E‟ stata una vendetta. Io conosco bene il Giaguaro, è capace…”

“Basta,” disse il capitano. “Quello che lei dice è infantile. Lei sta accusando un compagno di assassinio, senza prove. Non mi meraviglierei che chi vuole vendicarsi sia lei stesso, ora.

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